Per rispondere a questa domanda torneremo indietro nel tempo (molto indietro), fino al IV secolo a.C., al giorno in cui si svolse il leggendario Simposio narrato da Platone.

Davvero ancora oggi il concetto di amore è costretto negli angusti e obsoleti confini della trinità “coppia-matrimonio-figli”? Non sono forse più moderni e reali Pausania, Socrate, Aristofane, quando nel Simposio ci parlano di filìa, di comunanza, di quel moto dell’anima “che nulla ha a che fare col corpo e con le sue fattezze”, ma che induce a “compiere buone azioni e a onorare il bello”?

È di questo antico, ma più che mai attuale, “amore come fatto sociale” che discuteremo in questo originalissimo e contemporaneo Simposio. E se di amore come fatto sociale si vuol parlare, non si può prescindere dall’attualità e dalla politica, il tutto veicolato dai potenti mezzi della stand-up comedy.

Andò così, che nel mezzo del cammin di sua vita, una millennial qualunque si trovò a riflettere sul significato della parola amore, prese in mano il Simposio di Platone e lo riscrisse.

---

Dal 2015 lavora con Filippo Dini, con cui porta in scena Il borghese gentiluomo, Ivanov, Anfitrione e Agosto a Osage County; con Roberto Rustioni in Donne che sognarono cavalli e Fascination, oltre che in diverse produzioni del Teatro Nazionale di Genova e del Teatro Due di Parma.

Nel 2020 scrive Dialoghi semiseri sull’amore, monologo brillante ispirato ai Dialoghi di Platone.

Incontra e approfondisce la stand-up comedy con il collettivo romano C’è Figa! di Teatro Kaos; collabora come autrice di sketch comici con Goodmorning Genova, Radio Delta 1 e Radio Ondarossa.