Land Bodies II

Lisa Eleuteri Serpieri

[ ITA ]

Tecnica: Olio su tela
Dimensioni: 70×60 cm
Anno: 2024

Land Bodies II fa parte di una serie, Land Bodies, un progetto sul quale sto lavorando e con il quale vorrei mettere in evidenza quanto il femminile sia stato percepito, raccontato e rappresentato nella storia attraverso lo sguardo dell’uomo, e che ancora oggi è predominante. Mi sembra che la natura (la terra e le sue risorse naturali) e il corpo femminile abbiano ancora oggi lo stesso triste destino: un territorio da conquistare, dominare, possedere; il corpo della donna a me sembra apparire ancora oggi come un corpo colonizzato, un corpo territorio.

Lisa Eleuteri Serpieri

Artista

Lisa Eleuteri Serpieri è nata a Roma nel 1970, città in cui vive e lavora. Dopo la maturità al liceo artistico, frequenta l’Accademia di Moda e Costume di R. Pistolese di Roma. Ottenuto il diploma, nel 1994 inizia la sua carriera professionale come costumista. L’incontro con la pittura avviene nel 2002, e da allora si focalizza su una produzione intima e profondamente emotiva. Negli ultimi anni la sua ricerca si è concentrata prevalentemente sull’identità e la soggettività femminile. Il corpo diventa l’oggetto d’indagine: natura nuda nella sua autenticità, corpo come esperienza e come soglia di percezione del mondo.

Dal 2005 Lisa Eleuteri ha partecipato a numerose esposizioni collettive, alcune personali e una residenza artistica. Dal 2017 il MAAM di Roma ospita in collezione permanente uno dei suoi lavori, Down by the water XV. È stata finalista del Premio Mestre di Pittura (2023 e 2024) e del Premio Marchionni (2023).

Statement

Mi interessa la condizione esistenziale femminile, profondamente scissa tra l’aspirazione a realizzarsi fuori, nel mondo dell’uomo (l’avventura, la conquista, il potere, la carriera professionale, l’identità culturale, etc.) e l’altra, quella più intima e nascosta, del corpo-relazione e il suo ritmo profondo e autentico connesso con la natura, il sacro, il mistero.

Dunque il mio campo d’indagine è il corpo femminile, poiché porta all’interno di sé la nostalgia dell’Altrove, la nostalgia di un legame con la Natura che la società contemporanea ha irrimediabilmente perduto.

Tutta la mia attività artistica è dunque la ricerca di questa origine, della persistenza di qualcosa di originario, insito nella vita, nella natura vivente, in un corpo integrante e pensante, organismo materico, cosciente, esperienziale, sensibile, in costante interazione con l’ambiente.

Attraverso la stesura coloristica, che costruisce la forma e poi in alcuni punti la disfa, e la scelta dei colori e il loro accostamento in un processo sostanzialmente intuitivo, e il senso intimamente corporeo che attribuisco al colore e alla sensazione che esso può evocare, e il gesto pittorico con la sua perturbazione, posso creare dei luoghi, forse, dove la percezione può lavorare sul corpo dall’interno, ed entrare in un tempo sospeso, in uno stato di contemplazione di espansione della coscienza, dove poter sentire la condivisione del respiro con tutti gli esseri e le cose, identificarsi con la terra e tutte le sue creature, dissolversi, ricostituirsi, espandersi in un ritmo vitale eterno e circolare, in una relazione costante e continua, in un perpetuo scambio di materia mediante il quale l’essere umano è immerso nel mondo.

Per la necessità urgente di una diversa percezione dell’ambiente, non più come terreno da conquistare e sfruttare, ma come invece luogo da proteggere e da coabitare.