
Semina Paradoxa #2
Fatma Ibrahimi
[ ALB ]
Materiali: Acrilico, grafite, carboncino su MDF Struttura: Paravento a 3 ante fronte-retro
Dimensioni: 147 x 61,5 x 2 cm ognuna, apertura variabile
Anno: 2024
Il separé è un oggetto che ridefinisce la sua dimensione estetica in base alle differenti funzioni che ha svolto nel corso del tempo ma, che sia un oggetto esotico di contemplazione, un allusivo portale erotico o un mero tramezzo di schermatura privata, ciò che non è mai venuto meno è la sua potenza simbolica di cesura, di diaframma tra un mondo e l’altro, tra un’identità e l’altra.
Ed è per questa ragione che ho scelto questo oggetto, perché porta con sé quella dimensione “separativa”, un po’ escludente, che tanto mi rappresenta. Perché ancora prima di ciò che si possa dipingere sul fronte e sul retro, questo oggetto esplicita il confine tra una dualità che spesso in me resta irrisolta, quella tra il caos e l’ordine, tra la condivisione e la tentazione di una clausura solipsistica.
Sul davanti alcune morfologie vegetali richiamano l’archetipo assegnato al femminile, al suo corpo e alla sua connotazione sociale-psicologica. Sono piante che per me hanno avuto il potere di esorcizzare le difficoltà del post parto, accompagnandomi nella rinascita del mio corpo, sia come donna che come madre. Ciò che appare visibile all’esterno contrasta con l’interiorità nascosta, il lato privato che questa facciata scherma. Sul retro dei paraventi i rovi, le ramificazioni e le forme in crescita, camminanti, non sono sbocciati ancora in nessuna figura chiara da offrire allo sguardo.
Semina, termine dal doppio senso riferito a entrambi gli organi di riproduzione, evoca una duplice dimensione. Mentre il termine paradoxa in botanica viene utilizzato per descrivere quelle piante che hanno delle caratteristiche particolari, non comuni.
Nella sua carriera è stata premiata in diversi concorsi d’arte: nel 2022 è la vincitrice della sezione Illustrazione e Grafica della Biennale MArteLive Italia con il progetto “Giardini”, un’opera che esplora una realtà parallela e distopica immersa nel mondo tecnologizzato, in cui la natura si integra con l’artefatto umano. Nel 2024 vince il prestigioso Premio Sulmona (sezione Accademia) con l’opera Neraria-Herbarium 2020-2024 in progress. Nel 2023 pubblica il suo primo libro, Neraria-Herbarium, edito da Psicografici Editore. Il volume inaugura la prima parte del suo erbario immaginario, un progetto in divenire nato durante la pandemia e composto da piante ibride e multiformi.
Nel 2024 partecipa alla collettiva Chiamata alle Arti 2021-2024 presso l’Istituto Italiano di Cultura di New York in collaborazione con Mucciaccia Gallery Project. Ha inoltre esposto le sue opere in diverse gallerie nazionali e ha partecipato a numerosi festival di illustrazione e fiere d’arte in tutta Italia. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private.
Fatma Ibrahimi
Artista
Fatma Ibrahimi nasce a Durrës. Il suo primo approccio al mondo dell’arte è nel campo dell’interpretazione musicale: a 6 anni inizia lo studio del pianoforte nella sua città natale. Nel 1997 si trasferisce in Italia e prosegue i suoi studi musicali al Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro. Contemporaneamente nutre una forte passione per il disegno, la pittura e le arti figurative, che successivamente verranno elette veicolo ideale della propria ricerca espressiva. Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Urbino in Pittura, ha svolto per diversi anni l’attività di tatuatrice. Attualmente vive e lavora tra Jesi e Macerata.
Nella sua carriera è stata premiata in diversi concorsi d’arte: nel 2022 è la vincitrice della sezione Illustrazione e Grafica della Biennale MArteLive Italia con il progetto “Giardini”, un’opera che esplora una realtà parallela e distopica immersa nel mondo tecnologizzato, in cui la natura si integra con l’artefatto umano. Nel 2024 vince il prestigioso Premio Sulmona (sezione Accademia) con l’opera Neraria-Herbarium 2020-2024 in progress. Nel 2023 pubblica il suo primo libro, Neraria-Herbarium, edito da Psicografici Editore. Il volume inaugura la prima parte del suo erbario immaginario, un progetto in divenire nato durante la pandemia e composto da piante ibride e multiformi.
Nel 2024 partecipa alla collettiva Chiamata alle Arti 2021-2024 presso l’Istituto Italiano di Cultura di New York in collaborazione con Mucciaccia Gallery Project. Ha inoltre esposto le sue opere in diverse gallerie nazionali e ha partecipato a numerosi festival di illustrazione e fiere d’arte in tutta Italia. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private.
Poetica e Ricerca Artistica
Il mio recente lavoro prende forma a partire dal mio erbario immaginario, concepito come strumento per esorcizzare la complessità di un periodo buio, segnato dalla depressione post partum e dalla pandemia. Questo lungo repertorio di vegetali inesistenti (attualmente un centinaio), attraverso la loro duplice natura trasformano il tragico in ludico, il mortifero in vitale, il metallico in organico, ecc. Ogni pianta suggerisce organi femminili e/o maschili, oggetti quotidiani, batteri, virus o atomi e l’innesto di elementi improbabili genera nuove forme autogene.
Il mio è un repertorio di figure e composizioni che esplodono in un mondo altro, una realtà parallela e immaginaria, popolata da micro e macrocosmi organizzati minuziosamente in composizioni multiformi. In questa costante evocazione della vita naturale, l’organico e l’astratto si fondono in contrazioni e esplosioni di luce e buio.
Al centro della mia ricerca riveste un ruolo fondamentale la natura e il paesaggio, ma anche il corpo e l’identità. In particolare, l’attenzione è rivolta alla dimensione femminile, nelle sue molteplici ibridazioni e nelle interazioni con l’universo maschile e con l’ambiente circostante. Si tratta di un’indagine introspettiva che cerca di districarsi tra la natura e l’artificio, tra il simbolico e la narrazione.