You Look So Fine!

Narrazioni e espressioni del corpo

Margaret Sgarra

Nella società odierna, il tema della corporeità rappresenta un oggetto di discussione al centro di diversi dibattiti contemporanei. Oggetto di critiche e mezzo di riscatto politico femminile, il rapporto con il proprio corpo e con il passare del tempo continua ad acquisire un’importanza crescente, scaturendo riflessioni che mettono in relazione lo sguardo proprio e quello altrui, criticità, modelli di pensiero e mentalità contrastanti. Tra gli aspetti negativi che regolano l’importanza attribuita all’aspetto fisico troviamo: la conformità agli standard imposti dalla società, la necessità di un’approvazione esterna costante volta a soddisfare le aspettative e il giudizio degli altri costituiscono fattori con cui rapportarsi e confrontarsi. Se da un lato, i modelli pubblicitari, i social, la moda continuano a potenziare ideali di bellezza connessi ad una presunta perfezione, espressione di corpo-oggetto disumanizzato, dall’altro, si diffonde sempre di più l’idea di utilizzare il corpo come mezzo di espressione di libertà, emancipazione e affermazione femminile. Il corpo, nella contemporaneità, si sottrae dalla sua dimensione puramente estetica e si avvale della sua capacità di comunicare, valorizzare e diffondere riflessioni e ideali che si svincolano dagli stereotipi: un strumento di lotta che induce ad amarsi e liberarsi. La dimensione corporea si lega inevitabilmente alla violenza di genere e alla necessità di rivendicare il possesso e il controllo sul proprio corpo e la sua presenza nel mondo.

La mostra collettiva “You look so fine! Narrazioni e espressioni del corpo” vuole riflettere sul modo in cui guardiamo la nostra fisicità e di conseguenza, decidiamo di farci guardare dagli altri attraverso le opere di: Lalula Vivenzi, Selene Pierini, Daniela Daz Moretti, Aliteia, Paola Calcatelli, Casiraw e Cristina Savage.

Il corpo, indagato sotto molteplici sfaccettature, è un aspetto caratterizzante della ricerca di Daniela Daz Moretti: “Il mio Corpo è il nostro Corpo” è il titolo dell’installazione in argilla proposta dall’artista che consente al fruitore di osservarla, girandoci intorno, in modo da coglierne più particolari. Si tratta di una scultura con diverse parti strutturali che mette insieme l’idea di un corpo personale e impersonale attraverso l’essenzialità delle forme. All’interno delle fotografie di Casiraw è presente il rapporto tra fobia e percezione corporea. Le immagini analizzano le paure legate agli standard imposti dalla società per quanto riguarda l’aspetto fisico tra aspettative esterne e riflessioni personali. Lalula Vivenzi, con la sua serie, “Manifesti di una Donna nel mondo” crea strutture ibride tramite l’uso di più elementi materici. Il risultato sono collage che illustrano i costrutti sociali e le esperienze personali di ipotetiche donne nel mondo. Gli aspetti ricorrenti sono nelle scene sono: la ludicità e la dinamicità. Una tematica sulla quale riflettere all’interno del percorso espositivo è quella della violenza sui corpi femminili indagata nei lavori di: Selene Pierini, Aliteia e Paola Calcatelli e Cristina Savage. Selene Pierini, nella sua serie “Sulla mia pelle” dà forma ad un corpo frammentato al di sopra del colore rosso enfatizzando ulteriormente i concetti di violenza e distruzione, fisica e mentale. “Nether beneath her” è la scritta riportata al di sopra dell’opera specchiante di Aliteia, un abbecedario che riflette sulle rigide imposizioni connesse alla figura femminile, dal ruolo nella società alle dinamiche affettive e sessuali all’interno della coppia. Al centro del lavoro di Calcatelli troviamo l’immaterialità e la trasformazione che trova la sua espressione attraverso installazioni effimere, realizzate con il ghiaccio e fotografie delle stesse. Nelle opere “Respect” e “Abuse”, l’attenzione viene posta a tutte le forme di violenza esercitate sulle donne. Un invito a rispettare mente e corpo. “CTRL X” è il nome della video performance realizzata da Cristina Savage, l’artista impersonifica il dolore attraverso la sua presenza facendo forza su alcuni elementi caratterizzanti come, ad esempio, le cuciture, il colore rosse a alcuni servizi di cronaca che si alternano alle immagini della performer.

“You look so fine! Narrazioni e espressioni del corpo” ha come obiettivo quello di rafforzare l’idea di “sentirsi bene”, di “stare bene” in contrapposizione all’idea di ricerca di un’apparenza effimera e la possibilità di esprimere il proprio dissenso nei confronti della società in cui viviamo al fine di sensibilizzare contro la violenza di genere.

Il corpo diviene così narrazione ed espressione di sé, dei propri diritti, di necessità, dei desideri e delle storie.


Margaret Sgarra

Curatrice

Curatrice di arte contemporanea e storica dell’arte specializzata in Fiber art e installazioni site-specific. Attraverso la sua ricerca curatoriale, indaga linguaggi e tecniche dell’arte odierna con particolare attenzione alle seguenti tematiche: condizione femminile, sfera ambientale ed identità. All’interno del suo lavoro, l’arte diviene uno specchio della società attuale, uno strumento per riflettere sulle criticità del nostro tempo.