
Non è Imperativo Quello Che il Corpo Urla Come Fatale
Francesca Perniola
La performance “Non è imperativo quello che il corpo urla come fatale” è un’opera d’arte che esplora il parallelismo tra il corpo femminile e il concetto di contenitore. Francesca Perniola pone l’attenzione sulle questioni legate alla salute riproduttiva, alla maternità e all’aborto. Nell’azione, la figura della sposa richiama il concetto di madre, quasi come un destino inevitabile. Nel bouquet, composto da piante vive e ferri da maglia, si intrecciano bellezza, fragilità, purezza e anche violenza e aggressività. L’azione si svolge su un lenzuolo, richiamando il corredo e il talamo nuziale, dove elementi vitali come terra, fiori e acqua vengono resi inerti e infine rigettati.
Fotografie di Altea
Francesca Perniola
Performer
Nata a Bari nel 1987, vive e lavora a San Giovanni Teatino (CH). Ha studiato Pittura presso l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, dove ha sperimentato diversi linguaggi artistici sin dall’inizio, guidata da interessi trasversali e da una particolare attenzione verso il video e la performance. È membro del collettivo YAW e nel 2022 ha partecipato alla residenza artistica Arte Scienze e Spiritualità curata da Serena Ciccone. Nello stesso anno ha preso parte a Performative02, un progetto curato da Elena Bellantoni con gli studenti dell’Accademia di Belle Arti L’Aquila (ABAQ) per una performance collettiva e relazionale negli spazi del MAXXI. Nel 2023 ha partecipato alla residenza d’artista Memoria e Progetto, curata da Andrea Aquilanti, Maurizio Coccia, Enzo De Leonibus, Franco Fiorillo, con l’installazione “Non mi resta che essere casa”. È interessata alla scrittura e alle pratiche curatoriali, contribuendo come Contributor per Exibart e nel 2023 ha curato la mostra “IMPURO|Sostare nell’insoluto” presso la Galleria YAG/garage (PE) con il collettivo 1|10.









