• McManu Espinosa + Lalula Vivenzi •
Noi siamo la Retroguardia. Un insieme di ciò che siamo stati, siamo e saremo. Viviamo il tempo come uno spazio per sperimentare e riflettere. L’arte esige un processo, e questo processo richiede tempo per crescere e trasformarsi. Non combattiamo, non competiamo. Ci sviluppiamo come un organismo vivente, che evolve, si rigenera e si trasforma costantemente.
Per noi, l’arte non è solo il risultato finale, ma è soprattutto il percorso che porta a quel risultato. Celebriamo il processo creativo, fatto di esperimenti, tentativi, fallimenti e scoperte. È il viaggio che conferisce valore all’opera. Ogni passo, ogni errore, ogni intuizione fa parte della creazione. Siamo esploratori del possibile: celebriamo la pausa, la cura, il dialogo. L’artista non è solo un creatore di concetti, ma anche un inventore, un artigiano che vive il profondo legame tra mente, corpo e spirito con la materia e la sua opera.
Crediamo nell’arte come processo in continuo divenire, mai concluso, sempre aperto a nuove interpretazioni e trasformazioni. La creatività nasce dall’interazione tra voci diverse. Nella Retroguardia, ci sosteniamo l’un l’altro, convinti che la vera forza risieda nella comunità.
L’arte non è solo un prodotto, ma un’esperienza, un percorso, un gioco molto serio e anche un lavoro. Per noi, è essenziale valorizzare i processi artistici, dal primo gesto fino alla continua trasformazione dell’opera, perché l’arte vive, si evolve e cresce insieme a chi la crea. Insieme, riscopriremo il valore del fare, della relazione, del tempo e del dialogo.
L’artista è presente, sii presente. Fai il lavoro, sporca le mani. Immergiti nel processo e abbraccia il fallimento. La Retroguardia è adesso per sperimentare, creare e trasformare collettivamente. L’arte vive in ogni gesto creatore.
Nota di contesto
Il concetto e il termine Retroguardia nascono da una riflessione critica sviluppata da McManu Espinosa sul tempo della produzione artistica contemporanea, sulla pressione dell’accelerazione e sulla necessità di restituire valore ai processi, alla lentezza e alla decentralizzazione dei luoghi e delle pratiche artistiche.
A partire da questa elaborazione teorica e artistica, il manifesto è stato successivamente condiviso come spazio di dialogo e arricchito attraverso contributi e riflessioni collettive. La Retroguardia si configura così come un territorio aperto, in cui un’origine concettuale chiara incontra una costruzione comunitaria e in divenire.
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